Il complesso “Cascina Chiesa Rossa”
di ENRICA GARLATI – attuale presidente del “Comitato Cascine Rosse”
Una volta ai confini dell’insediamento abitativo, alla periferia sud di Milano, il complesso monumentale “Cascina Chiesa Rossa” oggi si inserisce in un fitto tessuto urbano, formatosi a partire dagli anni ’60-’70.
Ha un valore storico inestimabile. Sorge su un’ampia area verde ed è costituito da due cascinali (dei quali uno trasformato in biblioteca civica multimediale e l’altro lasciato a portico aperto) da una costruzione molto compromessa, definita “rudere”,(ndr: oggi completamente ristrutturato) e da una canonica annessa a una piccola chiesa. Quest’ultima e l’edificio dalle origini più antiche.
La struttura del Complesso, a prima vista, può sembrare anomala, poiché l’ordine sparso degli edifici la differenziano dall’ ìmpianto “a corte’ quadrata o rettangolare, chiusa su tre lati con al centro l`aia, tipico delle cascine della campagna lombarda. La presenza della chiesa ha fatto si che le altre costruzioni si sviluppassero in ordine sparso.
Formazione del primo nucleo rurale
Non è improbabile che accanto alla chiesa (in origine, come vedremo, una semplice cappella), già nei primi secoli dell’era cristiana, ci fossero degli insediamenti stanziali con piccole dimore: il terreno, ricco di risorgive, ben si prestava all’alternanza delle coltivazioni. Tuttavia il primo documento d’archivio relativo ai territori attorno alla Chiesa di Santa Maria la Rossa risale soltanto al 1567, anno della visita pastorale del cardinal Carlo Borromeo, che riferisce la presenza di un’abitazione per contadini. Se ne trova conferma nella mappa del 1609, allegata alle ordinazioni del cardinal Federico Borromeo, dove e riconoscibile la chiesa, alla quale è addossato, lungo il fianco est, un fabbricato di ampie dimensioni.
Altri documenti successivi (come la mappa di Carlo VI” presumibilmente del 1722) confermano la presenza di tale edificio e ne evidenziano altri: uno rettangolare a nord, sull’area dell’attuale portico, e uno quadrato a sud. Di questi ultimi, nel corso dei secoli si sono perse le tracce, ma ne furono aggiunti altri, che modificarono via via In configurazione del Complesso.
La “Cassina Rossa”
Nell’Ottocento, l’intero Complesso rurale era costituito da alcune abitazioni attorno a una ristretta “corte”, da una grande aia indipendente tra la “Cassina superiore alla stalla dei bovi ” e il “barca delle vacche ” (il portico aperto), da alcuni rustici (il rudere), oltre che dalla chiesa con annessa una struttura abitativa. In prossimità della stalla dovevano trovarsi altri piccoli edifici adibiti a porcilaia e concimaia, ora non più esistenti.
I caratteri costruttivi erano quelli tipici della bassa pianura irrigua: edifici in mattone a vista e orditura primaria del tetto a capriate lignee con copertura a coppi. Un documento catastale del 1855, seguito da numerose correzioni, attesta come il Complesso fosse ormai considerato cascina con la denominazione di “Cassina Rossa” e fosse divenuto, dopo varie vicende, possedimento della famiglia Magnaghi.
Sulla mappa, seguita a un ulteriore rilevamento del 1866, rettificato nel 1882 si vedono chiaramente: le rogge (Spinada a nord, Carlesca a sud), che scorrono ai confini del Complesso, i cascinali, le diverse case contadine e la chiesa. l’abside non di quest’ ultima non è leggibile, perché nascosta da un edificio che, giunto agli anni ’60 del secolo scorso già parzialmente crollato, durante i lavori del 1966 sarà completamente rimosso.
Nel 1960, dopo altri passaggi di proprietà, il Complesso, ormai in uno stato di assoluto degrado, fu acquistato dal Comune di Milano. Era evidente l’esigenza di una serie di interventi di riqualificazione di tutto il Complesso e, in particolare, della piccola chiesa ivi inserita, della quale si intuiva il valore storico.
Attraverso i lavori di ristrutturazione e di restauro attuati in due diversi periodi, che hanno condotto a scoperte eclatanti, si è potuta conoscere la storia integrale della chiesa e degli edifici ad essa connessi, cioè della Cascina Chiesa Rossa.